Riflettendo sulla domanda che ho fatto alla Doc riguardo ai bagni ho creato un sondaggio su Google e l’ho pubblicizzato sia sulla mia pagina facebook che in altri gruppi e pagine – in particolare quelle lgbt+ che frequento – chiedendo ad amiche e amici di ri-condividere.
Non essendo certo un’influencer le risposte sono poche e provenendo per lo più da amicizie e persone della mia comunità sono tutte positive. Purtroppo il campione non è molto significativo ma almeno ci ho provato.
Quello che però mi lascia perplessa sono la maggioranza dei commenti ai post in cui annunciavo il sondaggio da parte di persone MTF come me: quasi tutte hanno risposto – a volte con toni non molto gradevoli – riguardo l’inutilità di farsi e di fare tali domande.
Eppure credo ce lo siamo poste tutte il problema, almeno all’inizio della transizione. O sono davvero la sola a farsi queste menate?
Io non riesco sempre a entrare in quello delle donne. Ci vado solo dove mi sento “protetta”, ci sono andata in assoluta tranquillità all’Inclusive Mindset Job Day, e al Niguarda. Ci sono andata anche altre volte, sempre col cuore in gola per la paura di essere cacciata anche se fortunatamente non ho mai incontrato nessuna. Mi è capitato, invece, di riceve occhiatacce e commenti nei bagni maschili.
No, non credo di essere la sola a porsi il problema. Negli Stati Uniti ci sono delle leggi e delle campagne di sensibilizzazione per permettere l’utilizzo dei bagni secondo il genere percepito. E campagne di boicottaggio dove queste leggi vengono osteggiate o abrogate.
Quindi il problema credo che esista. Forse, una volta superato l’imbarazzo iniziale lo si dimentica? O non è un problema in Italia? Magari!!! In Italia fa notizia un’Amministrazione comunale – se non sbaglio – che ha creato i bagni gender-free.
Io spero di diventare più forte: come mi dice spesso M., devo imparare a farmi scivolare le cose addosso. Ma spero anche in un mondo migliore. E a furia di sperare mi risuonano in testa i Linea 77 con La speranza è una trappola. 😊