Signora!

È successo di nuovo, stasera mentre ero in giro per lavoro, mi hanno chiamata “signora”.

Il mio vocione ☹️ ha frantumato istantaneamente l’illusione e forse ha creato un po’ di imbarazzo, ma non si è corretto e mi sono goduta l’attimo.

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Stasera invece sono rimasta molto offesa da una delle tante battute a sfondo sessuale fatta da un amico.

Un caro amico, cui ho già fatto notare più volte quanto mi diano fastidio certe battutine e allusioni. Ma niente, non riesce a rendersi conto che non sono più un “maschio” – per quanto anche come tale ho sempre ricercato un linguaggio corretto – o forse non vuole capirlo, non vuole accettarmi.

Però io sono così: sono donna, sono femminista e chiedo rispetto. È troppo?

Nona seduta psicologica

Un breve resoconto della – breve – visita psichiatrica, del nulla-osta per gli ormoni previsto al prossimo incontro e del poco che è successo nell’ultimo mese.

Della crisi di ottobre ne avevamo già parlato. Da allora il rapporto con M. è migliorato, con anche qualche effusione oltre al grande affetto che ci unisce.

Rimane sempre il problema della mia ambiguità di genere per quanto riguarda il lavoro, dove continuo a presentarmi come uomo. E anche a casa un po’ mantengo un velo mascolino, evitando generalmente di truccarmi, per cercare di avvicinare o – meglio – non allontanare M., e di quanto lei rimandi la valutazione per l’accesso a una terapia familiare o di coppia – cosa proposta dalla sua dottoressa e sulla quale non insisto oltre –, rifiutando per ora quella individuale. Ma ognuno ha i suoi tempi, mi dice la doc.

Rimane questa grande “sospensione” sul cosa ne sarà del lavoro. Di quanto mi accetterà o rifiuterà M. durante e dopo il percorso medico e chirurgico.
Di questi sospesi dovremo parlare al prossimo incontro.

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Mi fa bene parlare con la psicologa. Uscendo dal bagno del supermercato dove mi sono fermata per un po’ di spesa prima di tornare a casa mi sono guardata allo specchio e mi sono vista “bella”.

Sarà stata la luce forte e intensamente bianca, quel filo di trucco che oggi mi sono concessa per andare dalla psicologa, forse un attimo di felicità – M. mi aspettava là fuori e mi piace stare con lei – ma nonostante lo squallore dell’ambiente mi sono vista proprio bella… senza esagerare, d’accordo, ma in genere mi vedo decisamente bruttina, se non orrenda.

Risultati del sondaggio: “Che bagno posso usare?”

Lo scorso 19 luglio ho presentato un sondaggio riguardo le reazioni alla presenza di donne tansgender nei bagni femminili. Il titolo del sondaggio cita donne “transessuali”, invece che “transgender”, perché – almeno nel mio immaginario – volevo orientarlo proprio a chi non capisce la differenza fra i termini, fra cui “transessuale” è probabilmente più comprensibile.

Le risposte, troppo poche, per avere un qualunque significato statistico sono tutte positive, perché arrivano dalle mie amicizie e dalle mie frequentazioni di gruppi orientati.

Proprio da questi gruppi ho ricevuto critiche, bonarie ma per niente confortanti, riguardo l’inutilità del porre certe domande. E, temo, anche per questo il sondaggio non abbia valicato i confini del mio mondo “protetto” indagando quello “reale”.

Eppure, oltreoceano, ci sono state varie campagne per l’utilizzo del bagno in base al genere percepito. Leggi che lo consentono, fin dalle scuole, e proposte di abrogazione che hanno attivato campagne di boicottaggio di notevole spessore e successo.

Non credo che in Italia il problema su quale porta scegliere sia solo mia. Né credo avrei risposte così “positive” se il sondaggio raggiungesse l’attuale maggioranza elettorale di questo paese.
Non credo viviamo in un Paese perfetto e credo il problema sia reale. Solo per me? Sono paranoica?

L’altra sera, dopo aver valutato i pochi dati, un po’ sconfortata, nonostante non creda minimamente di essere un’influencer e conosco benissimo i miei limiti – dovuti anche alla mia poca attitudine alla socialità: più che del leone dovrei essere nata nel segno dell’orsa –, ho scritto alla direttrice di un noto settimanale di “interessi femminili”, oltre ad altre testate: un donna che stimo molto e di cui apprezzo editoriali, articoli e altri interventi. Mi sono presentata e le ho descritto il sondaggio, e la delusione sul poco interesse, sperando di non annoiarla.

Non me l’aspettavo e invece mi ha risposto, velocemente, dicendo che trova l’argomento interessante e che proverà a pubblicarlo sulla rivista.

Se siete arrivat* fino a qui forse vi interessano anche i risultati:

Domanda: Trovi una donna transessuale nel bagno delle donne, cosa fai?
Uno dei problemi quotidiani delle persone transessuali è la scelta del bagno pubblico in cui entrare…
Le risposte (in evoluzione, come le riporta Google) le trovate qui.
Il file dove ho elaborato le risposte grezze del sondaggio invece lo trovate qui.

Risposte (85, al momento):
0% Urlo!
0% Scappo!
0% Chiamo la sicurezza!
0% La insulto!
0% La caccio!
0% Commento a bassa voce, con sdegno…
33% La saluto!
68% È una donna, dove dovrebbe andare?
58% Dov’è il problema?
13% Wow, che bel vestito!
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47% Sono una donna
12% Sono un uomo (cosa ci faccio nel bagno delle donne?)
11% Sono altro (X/Q/A/+), non voglio dirlo
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Colonna sonora con questi risultati? Ovviamente: Louis Armstrong, What a wonderful world.

Valutazione psichiatrica #1

Nove ore fra viaggio, attese, ritorno e circa quindici-venti minuti di valutazione. In cui, non avendo, la dottoressa, la mia cartella, ho dovuto anche fare un po’ il riassunto della puntata precedente.

Mi sarò forse abituata male con la psicologa del CPS, sempre accogliente – per quanto mi abbia fatta piangere e sentire male – rispetto a un carattere duro, secco, che per niente mi fa sentire a mio agio. Forse è questa la differenza fra psicologia e psichiatria? Io non ho esperienze e molto probabilmente fa il suo mestiere.

Forse la psicologia usa lo stucco per riparare i buchi mentre la psichiatria usa punta e mazzetta – qui cito, involontariamente e direi impropriamente, salvo per il nome, di cari amici, che ricordo volentieri – per scoprire il marcio sotto la superficie?

Io imbarazzatissima a descrivere le mie preferenze sessuali, il mio desiderio di una vagina, penetrabile, ma da “una” donna – una, che non credo gradirà né lo farà mai –, e lei forse altrettanto imbarazzata, o forse ne ha sentite ben di peggio.

In ogni caso il prossimo appuntamento sarà a gennaio, e mi darà il nulla osta per gli ormoni. Dita incrociate e metto in fresco una bottiglia da stappare col botto… Ok, lo so, io non dovrei bere… ma ci sta, no?!

Ma festeggiamenti brevi: dopo aver sentito che alla prossima avrò il nulla osta per gli ormoni, prima di congedarmi ho chiesto, con forte imbarazzo emotivo, quasi balbettando: “ma poi dopo il prossimo appuntamento è finita?”. “No, no, il percorso sarà lungo!”.

Ogni tempo giunge a chi aspettare sa può.

No outing, please!!! (Lasciatelo dire a me, per favore)

Visto che più si diffonde la notizia più succede che qualcuno/a racconti di me ad altri, credo sia necessario specificare le differenze fra coming-out e outing, affidandomi a Wikipedia. Le versioni inglesi sono più dettagliate ed efficaci e le consiglio a chi mastica la lingua. (Coming out; Outing)

Ritengo sia comunque necessario rivolgere un appello alle mie amicizie!
Devo chiedervi una cortesia: non a tutt* posso dirlo di persona e a qualcun@ lo dico per messaggio o per telefono ma, vi prego, vorrei essere “io” a dirlo! Io, nei tempi e nei modi che ritengo e che mi saranno possibili.

Capisco possa essere un notizia sconvolgente e sia difficile tenersela dentro, ma provate a pensare quanto sia difficile per me non poterlo dire come vorrei (e averlo tenuto dentro per tutti questi anni). Consideratelo come un dono, fatto a voi, solo a voi. Se vi ha fatto piacere gioitene, altrimenti nascondetelo, buttatelo, ma per favore non riciclatelo!

Voci, dal “muro”

È da una settimana che non scrivo, ma sono ancora viva e abbastanza tranquilla. Lo sarei di più se avessi ricevuto il mio primo stipendio, ma dovrò aspettare lunedì, ormai.

Ho iniziato a fare coming out telematico con persone che difficilmente riuscirei a raggiungere personalmente prima delle “voci”… e le voci corrono più veloci della super-fibra. Certo non posso sperare di dirlo io a tutt* di persona, in un modo o nell’altro.

È stata una settimana molto intensa, in cui la mia transizione ha fatto solo, e forse neanche, da sfondo. Ma mi sto godendo qualche giorno inaspettato con il figlio maggiore – condiviso con il fratello e, ahimè, il lavoro. E, nonostante le beghe burocratiche, è bello occuparsi della famiglia.

Domani, di corsa, prima del lavoro, un tuffo nel gruppo AMA. Levataccia, ma credo ne valga la pena.

Colonna sonora di oggi? Non può essere che Edoardo Bennato, Franz è il mio nome.

Piena d’amore

Inaspettatamente nostro figlio si è fermato a dormire fuori anche ieri notte. Ed è stata una notte stupenda.

Non voglio entrare nei dettagli della nostra intimità perché mi sembra di aver esposto fin troppo M. e la sua privacy. Ma oltre che accettata, e comunque amata, mi sento nuovamente desiderata: l’ha chiesto lei! E l’ho ringraziata stamattina, proprio per avermi fatta sentire così… oltre che per la nottata.

Fino a ieri ero quasi rassegnata e pensavo che avrei dovuto lasciarla andare… Oggi sono così piena d’Amore, dato e ricevuto, e dopo tanto tempo mi sento davvero bene. Completa.
Grazie!

Solo poche lacrime stamattina, ma solo perché è l’anniversario della morte di mia madre: sono tredici anni che mi manca. Ma il suo amore, insieme a quello di M., oggi mi sorreggono.

Oggi è bello vivere, anche se fra poco devo andare a lavorare, invece di stare con la mia famiglia, con i miei amori.

Voglia?

Ieri notte mi ha concesso dieci minuti di coccole, carezze, baci e abbracci. Che per me è già tantissimo. Poi nanna: è stanca.

Stamattina si è svegliata molto presto, o almeno con abbondante anticipo per la finalina dei mondiali di rugby: con quelli non potrei proprio competere! Io poco dopo, abbiamo quasi due ore… ma lei non ne ha voglia. E so, anche se non lo dice, che più che altro non ha voglia di farlo con me, non con Chiara.

Le chiedo se non le manca il sesso, non solo con me ma in genere.
— Sì, qualche volta ma poco: sono vecchia.
— Se sei vecchia tu, allora io? Dovrei essere decrepita … eppure ne ho voglia sempre, anche troppo. Non solo per me ma anche e soprattutto per te: non sai quanto mi piaccia darti piacere, sentirti arrivare al culmine e poi rilassarti. E ogni volta si riflette anche dentro il mio corpo.

Sì, di voglia io ne ho anche troppa. Non vedo l’ora di abbattere il testosterone. Credo dipenda anche da quello. E non prendo il luppolo da un paio di mesi, che oltre a contenere fito-estrogeni ha un effetto anafrodisiaco per le persone xy – al contrario, dicono possa essere afrodisiaco per le xx.

Mi intristisco e torno a letto da sola. Indecisa fra il piangere e il farmi le coccole da sola. Gli occhi si gonfiano e si inumidiscono. Riesco a distrarmi e a fermare le lacrime, oggi vincono le coccole… che mi rilassano e mi concedo un’altra mezz’ora di riposo. Colonna sonora: Cure, Boy’s don’t Cry.

Quando mi alzo e ritorno in soggiorno mi chiama per un bacio 😘, appassionato! 😍😍😍

Buon onomastico a tutt*!