Anche oggi sto male e sono scoppiata in lacrime mentre parlavo con M., del mio amore per lei, delle mie paure, che ho paura di perderla ma che piuttosto che arrivi a non sopportarmi od odiarmi preferirei vederla felice con un altro, anche subito, finché è giovane, poi potrebbe essere troppo tardi.
Lei mi ha promesso che non mi odierà, che non mi porterà rancore, comunque vada. Ora vuole stare con me, mi ama, ma non può sapere come andrà finché non sarà. Ma non mi odierà. Spero!
Le ho detto che credo anche lei sia in sofferenza per la situazione, che anche lei stia vivendo un’esistenza sdoppiata – fra pubblico e privato, fra noi e nostro figlio – e che la psicologa consiglia a lei di valutare un aiuto psicologico e a noi una terapia di coppia. Quest’ultima l’ha decisamente esclusa. Le ho chiesto se accetterebbe di partecipare a una seduta con la psicologa insieme a me: ci penserà!
Non piango più ma la disforia rimane. Le paure mordono dentro.