Lo psicologo che mi segue mi disse già dopo tre incontri che, volendo, era pronto a stilare una relazione.
Ho preferito continuare più a lungo, per quanto economicamente oneroso, e ne sono contenta perché mi è servito non tanto a capirmi quanto a rafforzarmi. Anche lui ne fu contento, e non perché, come sarebbe facile credere, avrebbe guadagnato di più.
Sono arrivata a otto sedute, se non sbaglio, e a questo anche lui punto la sua relazione non poteva che essere precisa.
Sì, qualche piccola correzione l’ho chiesta, concordata e ottenuta. Ma il racconto di me che ne è uscito è il mio. Mio, mio, mio. Con qualche sofferenza in alcuni passaggi e tanta, tanta commozione.
Esattamente come la mia vita.
Continuerò il percorso psicologico, come concordato con il dottore, almeno fino al completamento della transizione, riducendo però gli incontri a uno al mese, salvo emergenze: l’anima è in pace, ora ho bisogno di concentrarmi sull’aspetto, a partire dall’epilazione definitiva del viso… ma lo stipendio è quel che è.
Sperando che covid e CIGS non ci mettano gli zampini zamponi.
Che già, causa “coprifuoco” – termine tanto errato quanto sintetico – in Lombardia, è saltata una serata in programma con amici: servirebbe proprio un po’ di convivialità, sia a me che a M., ne avrei approfittato anche per festeggiare i miei traguardi e per rimediare qualche fotografia. Ma soprattutto ho bisogno di calore e umanità, che non sia quella quotidiana – e un po’ obbligata – del lavoro.
Ho bisogno di amici e amiche: lo dice anche lo psicologo! 😍