“Basta un poco di zucchero e la pillola va già”… No che non va giù!
Oggi ho passato la lunga pausa pranzo a piangere.
Messaggiando con M.
— Vorrei poter tornare indietro.
— Ma non si può, sarà quel che sarà. Ma sicuramente qualcosa cambierà.
— È già cambiata, purtroppo.
— Purtroppo o per fortuna: non è quello che senti di essere, una donna? E questo sicuramente ti porterà la felicità.
— Non senza di te. Starò bene nel mio corpo, Ma felice non credo.
— Io ci sarò sempre per te. Ma una nuova vita prevede sempre dei cambiamenti. Se stai bene con il tuo corpo starai bene anche nella vita.
— Lo so, non posso assolutamente chiedertelo. La tua amicizia sarà importante ma mi mancheranno l’affetto, le tue “bimbe”, le nostre coccole, il tuo corpo, la tua pelle…
Esiste una pillola, un trattamento, che mi possa portare indietro di quindici anni, in modo da prendermi a sberle quando ho indossato il mio primo reggiseno, e che mi faccia tornare l’uomo di cui si è innamorata, per poterci amare per sempre e oltre?
Scherzando, tempo fa le dissi di considerare la “Genderina plus”, la pillola che l’avrebbe resa lesbica – secondo la teoria gender – per vivere felici e contente.
Ora sto cercando la “DEgenderina extra” per smettere di essere transessuale e, per giunta, lesbica. Esiste?
Quando mi ha vista stasera – a pezzi – si è aperta ancora di più. Si è detta possibilista riguardo al futuro. Anche dal punto di vista sessuale.
Le ho fatto notare che ultimamente fa fatica anche a baciarmi sulle labbra e, a casa, mi ha baciata. E ancora.
Le ho chiesto “stasera facciamo l’amore”? “Vedremo”, la risposta.
L’orario della sveglia di domattina non incoraggia, ma credo sia meglio smettere di scrivere.
Buona notte!