Come titolo avevo pensato a “vita sospesa”, poi ho pensato al film, per quanto al plurale, e ho cambiato idea: non vivo in un film!
Non so se io sia più “appesa” o “sospesa”, certo stabile non sono.
Ultimamente temo di aver dato un’immagine distorta della persona che amo, della persona che mi dà forza e che mi ha portata, a volte sorretta, fino a qua: M.
La persona che amo come mai ho amato nessun’altra e di cui sento pulsare l’amore solo sfiorandola. Forse non sarà per sempre amore fisico ma è sempre amore. E mi scalda il cuore.
Vivo “sospesa”, perché vorrei sapere come andrà a finire. Chi non lo vorrebbe?
Vivo “sospesa”, perché è sempre un continuo rimandare, “non so”, “si vedrà”, e i tempi d’attesa per la transizione non aiutano proprio.
Stasera, rispondendo al suo “vado a letto” con “vengo anch’io”, ha sentito il bisogno di specificare “per fare la nanna!”. Certo: sono io quella che domattina lavora! Era proprio necessario?
Vivo “sospesa”, perché vorrei avere certezze che non posso avere, non subito.
E avrei proprio bisogno di certezze, di amore, e di carezze.
…
Visto che invece di seguirla sono rimasta qui a scrivere è tornata a scusarsi, ché non mi voleva offendere. Lo so. So che mi ama, forse più di quello che mi merito. Spero anche lei comprenda quanto la amo, anche se sarei andata più volentieri a nanna dopo… Ma stavo andando a nanna! Davvero!
Buona notte!