Oggi, dopo tre mesi da quando avevo deciso di farlo, sono andata a farmi tagliare i capelli.
Nel frattempo il mio parrucchiere di fiducia ha cambiato gestione, o almeno non c’era il ragazzo che ha dato forma ai mie sottili peli sulla testa le due volte precedenti. Sono uscita non molto soddisfatta ma arrivata a casa, guardandomi bene, mi piace il taglio, mi piaccio io. E devo dire che non è per niente maschile, per quanto corto, proprio come lo volevo io.
La prima sensazione che fosse il taglio giusto l’ho avuta uscendo dalla mia macelleria-drogheria hallal preferita e di fiducia da tanti anni: il gestore – arabo, originario del Marocco, decisamente laico – mi ha salutata con “ciao, arrivederci cara!”.
Sono anni che mi vede trasformarmi sempre più al femminile, direi forse che ha praticamente seguito la mia transizione sin dall’inizio. Ma è la prima volta – complice forse anche la mascherina – che si rivolge al femminile.
Credo potrebbe essersi visto il lampo di gioia che è uscito dai miei occhi.
Non per farne una questione etnico-religiosa, ma neanche il suo ex-socio – arabo di origine africana e religioso osservante, che ora ha aperto una nuova bottega non molto distante – ha mai fatto una piega per quanto sia entrata vestita e truccata.
Secondo indizio sul taglio l’essere stata squadrata con sguardo disgustato della mia vicina di casa – bigotta, ortodossa – che è arrivata mentre scaricavo la spesa.
Giusto in questi giorni arriva poi la decisa opposizione alla legge contro l’omo-transfobia della CEI… Vabbe’ avevo appena finito di dire che non volevo farne una questione etnico-religiosa…
Chissà cosa ne penserà il mio amore: non mi ha ancora vista, le piacerò? Stanotte saremo anche sole! 😍