Dopo vari tentativi ce l’ho fatta e sono riuscita a parlare con l’avvocato che prenderà in mano l’iter burocratico per la mia riassegnazione anagrafica e chirurgica.
Dopo la lunga chiacchierata sono felice di confermare la mia scelta.
Telefonata luuunga, tanto che alla fine faticavo a parlare e in stazione, aspettando il treno – ovviamente in ritardo – il raspino in gola è esploso in ripetuti colpi di tosse 😷 fino all’effetto di doppia dose di mentine – previa sterilizzazione delle mani. Un modo come un altro di non avere folla intorno 😉.
Il dado è tratto. Si parte. Non solo con la medicina.
Non sarà facile. Spero non sia troppo lunga.
Saremo in due, del gruppo AMA di Arcigay Varese, a partire con questo treno. A proposito, se vi interessa domenica prossima, il 4 ottobre, ci troviamo, virtualmente via Google Meet, come ogni prima domenica del mese, salvo festività particolari. Se desiderate partecipare scrivete un’e-mail a trans@arcigayvarese.it per ricevere il link di connessione.
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Da “avvocato” ad “a te avvocata” il passo non è lungo – lo è, ma permettetemi la licenza! – e, considerando che ultimamente sto riascoltando i primi lavori di Ligabue, come non consigliarvi Libera nos a malo?
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Incontrerò l’avvocato fra circa un mese. Una delle domande è stata: “scioglierete il matrimonio?”. L’alternativa è convertirlo in unione civile.
Di questo ne avevo già parlato con M., la risposta è stata quella di sempre: “ora non so, vedremo”.
Stasera le ho detto che fra un mese devo far sapere, all’avvocato, cosa vogliamo fare, perché deve istruire la pratica. Ora lei ha una scadenza. Ora io ho paura.
Rullo di tamburi.
Sipario!