I tamponi – due: sia quello rapido che quello molecolare – sono negativi e appena ricevuto l’esito, verso le 2 del mattino, mi catapultano fuori dall’area covid, nel pronto soccorso “pulito” – si fa per dire.
Sembra l’anticamera dell’Inferno: letti al completo e barelle – fra cui la mia – ammassate ovunque, senza alcuna separazione fra uomini e donne.
Qui mi sembra che la temperatura sia più fresca ma soprattutto mi sento un po’ in imbarazzo a causa di tutta quella gente e mi sento un po’ gli occhi addosso.
Appena mi sono sistemata, indosso dei pantaloni leggeri da tuta, sotto la camicia da notte.
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Non ho dormito per tutta la notte e passo la giornata dolorante, tossendo, senza fiato. Non riesco a stare sdraiata più di tanto sulla barella, per la schiena, ma appena faccio due passi il fiato se ne va.
Mi fanno un altro tampone: per le mie condizioni non si fidano dell’esito dei precedenti. Gli altri pazienti mi girano al largo – per quanto possono in un corridoio – guardandomi un po’ torvi… non so se per me o per paura del covid.
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Verso sera l’imbarazzo è finito o almeno lo ignoro: mi sento sempre gli occhi addosso – mi sembrano interrogativi, come se mi domandassero “cosa sei?” – ma sento anche meno freddo e decido di togliere i pantaloni, rimanendo solo con la camicia da notte, che in realtà è un abitino estivo in maglia di cotone. Mi sento più libera e forse rispondo ai dubbi altrui(?).
Anche qui, in pronto soccorso, da subito mi sono presentata e ho parlato al femminile, avvisando medici e infermieri che sono in TOS.
Alla fine della giornata, dopo aver tolto i pantaloni, quasi tutto il personale mi parla al femminile o almeno non usa il maschile, salvo un’operatrice che si è probabilmente risentita quando, dopo aver ignorato la mia lamentela per non aver ricevuto la cena – dopo aver saltato anche colazione e pranzo – mi sono rivolta alla dottoressa di turno per avere chiarimenti, reclamando del cibo e, soprattutto, dell’acqua visto che mi avevano dato solo una bottiglietta da mezzo litro la sera prima, nel triage covid.