Mercoledì scorso, nel nubifragio che ha colpito la mia zona, la mia amata C3lla* è affogata in un avvallamento.
Inutile spingerla in secca – e devo ringraziare di cuore un operaio Econord per essere sceso sotto al diluvio per aiutarmi nell’ultimo tratto in salita, forse c’è un radar anche per queste situazioni.
Inutile la lunga agonia in terapia intensiva dal mio meccanico nella speranza che il danno non fosse irreversibile. Alla fine la sentenza: le bielle sono andate, il motore è bloccato, da buttare!
😭😭😭
Dopo una settimana di attesa e valutazioni stasera siamo andate per prenotare la nuova macchina. Qui, dove vivo io, non si può vivere senza.
Questo vorrà dire quattro anni di rate al limite del sostenibile, e la maxi-rata che per ora ignoro.
Questo, per la famiglia, vorrà dire tirare la cinghia per altri quattro anni, ma ci siamo abituate.
Questo, per me, vorrà dire addio alla logopedia per il mio vocione; addio all’elettrocoagulazione che servirebbe per completare il laser al volto, con cui fortunatamente ho (quasi) finito; addio al make-up grazie al quale ogni tanto mi parlano al femminile.
Niente più psicoterapia – sperando di non averne bisogno – e un taglio ad alcuni farmaci/integratori non dispensabili SSN, per non parlare di un paio di visite specialistiche di cui avrei necessità.
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Detto questo so che c’è chi sta ben peggio di me, ma forse capite perché da quarantacinque anni sono convinta della necessità di un mondo migliore. Che non può nascere dal voto utile. Ecco, l’ho detto!
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* C3lla o Citrella, la nostra amata auto per oltre dodici anni. So che non ci si dovrebbe affezionare agli oggetti ma ne abbiamo passate così tante insieme…