Tempi burocratici

Come suggerito dall’avvocato dopo tre settimane chiamo il mio Comune ma non hanno ricevuto niente.

Provo allora a chiamare il Comune di Milano, dove sono nata, quindi il primo ente che dovrebbe aver ricevuto la notifica.

Mi rimpallano dal centralino da un ufficio all’altro… alla fine mi propongono un appuntamento allo sportello, sull’agenda “urgente”, per il 2 maggio.

Risento l’avvocato che mi informa che la mia pratica è stata spedita dal tribunale il 26 marzo, diciotto giorni dopo. Come al solito: cosa conta qualche giorno? La vita è la mia, mica la loro… Mi rassegno ad aspettare altre tre settimane, con l’inciampo di Pasqua e del XXV Aprile.

Notifiche arrivate, ne manca solo una

A M. e F. sono arrivate le notifiche della sentenza qualche giorno fa.
A T. risultano in consegna ma non ancora ritirate.

Non capisco perché perdere altro tempo: è stata notificato l’inizio del procedimento, per la possibile costituzione in opposizione delle parti interessate – moglie e figli – già dalla prima udienza. Sono risultate contumaci, evidentemente non interessate all’opposizione.

La sentenza infine è arrivata. Le parti non avevano da ridire prima, dovrebbero averne ora? Ma come spesso mi ricorda M. è inutile farsi domande sulla logica e sui percorsi della burocrazia.

Però già hanno impiegato un mese a depositare la sentenza, poi si sono dimenticati di comunicare il deposito al mio avvocato… ’nzomma, potrebbero anche accorciare i tempi successivi.

Ma come ho già detto più volte: la vita è la mia, mica la loro!

Spero solo che T. riesca a ritirare la notifica presto: il mio orologio biologico ticchetta sempre più velocemente.

Burocrazia: i documenti

Fra le tante cose che seguono l’anelata riassegnazione anagrafica c’è la voltura di tutti i documenti e di tutte le intestazioni.

Fra queste c’è la casa e il relativo mutuo – anche se in realtà manca così tanto a estinguerlo che sono ancora dell’idea che stia semplicemente pagando l’affitto alla banca).

Due-tre settimane fa chiamai un notaro – lo so, si dice “notaio”, ma adoro la dicitura toscana – vicino a casa che seguì alcune mie pratiche societarie e mi ero trovata bene. Chiesi di avere informazioni, consigli, possibilmente un preventivo per il cambio di intestazione catastale e relativo mutuo valutando, in alternativa, un’eventuale donazione ai figli della mia quota.

Non mi hanno mai richiamata e oggi riprovo: chissà magari non hanno segnato bene il numero…

Mi risponde – credo – un’altra impiegata che, capita la situazione, mi consiglia vivamente di rivolgermi al notaio che seguì il rogito – di Milano – e la banca che ha stipulato il mutuo – a Rho – …Comodo no?

Sarò malfidente ma sospetto vivamente che la motivazione del mio cambio anagrafico sia problematica per lo studio… o almeno per l’impiegata.
Quando fui loro cliente il notaro – mio coetaneo – era giovane e probabilmente affamato di clienti, ora forse ne ha troppi?

Cerco altri notai e chiamo il primo in elenco: ottengo subito appuntamento fra qualche giorno. Sembra un giovane notaio, spero con una mente più accogliente!

Inizia l’era legale!

No, non è un refuso… anche perché per l’ora legale manca ancora più di un mese.

Con oggi, finita la parte “burocratica” – o meglio la prima parte burocratica – inizia inizia l’iter legale per ottenere il mio diritto alla riassegnazione anagrafica e chirurgica. Diritto per il quale – come già detto – devo litigare con lo Stato perché venga riconosciuto.

Finita la raccolta dei documenti, domattina partiranno le notifiche alle parti interessate – moglie e figli – aprendo formalmente la procedura che mi porterà all’udienza in tribunale.

Speriamo non si tratti di un’era in senso letterale.