Lo so! Sono ansiosa. Troppo!
E pessimista, da sempre – credo che a questo punto l’abbiate capito.
Stamattina, sveglia prima del solito, controllo la posta. L’indirizzo sembra…
Sì, è quello! Apro il messaggio avidamente, trattenendo il fiato. Metto gli occhiali… c’è un allegato. Sì, sì, sì! È la relazione endocrinologica!!!
Mi sento sollevata: proprio nel senso che ormai cammino a dieci centimetri da terra. 😃
—
Durante e dopo il pranzo, per più di un ora, parlo con F. che mi chiede della mia situazione. Si scusa anche per come reagì al coming out e lo rassicuro subito che è stata una reazione normale e che l’importante è stato che man mano si sia riavvicinato e, alla fine, mi abbia accolta. E quanto mi sono sciolta la prima volta che si è rivolto a me al femminile!
Ne ha parlato anche con il suo migliore amico e non ci sono problemi. Non ci saranno problemi neanche con gli altri, mi dice… anche perché “ormai sembra quasi essere più strana la normalità”. 😉
—
Devo purtroppo interrompere la piacevole chiacchierata perché ho un appuntamento in video-intervista per un nuovo lavoro. La selezione viene svolta da un’agenzia interinale per una pubblica amministrazione.
All’agenzia sono registrata da tempo come Chiara, con la nota che all’anagrafe il nome è ancora diverso. Quando ieri mi hanno chiamata per fissare l’appuntamento, avendo passato la preselezione, l’ho fatto presente ma mi hanno rassicurata che non è un problema. L’intervistatrice ha quasi sempre mantenuto il femminile, correggendosi subito dopo le poche volte che che le è scappato il maschile.
—
Già così poteva essere un’ottima giornata… ma perché non aggiungere una ciliegina sulla torta?
Ebbene sì, M. ha confermato, arrivate al dunque, di voler convertire – alla sentenza di riassegnazione anagrafica – il matrimonio in unione civile. 😍
Certo ha posto, più che la proverbiale pietra, un enorme menhir sulla questione “sesso”, e la promessa reciproca che questo nuovo rapporto non impedirà ad entrambi – insistendo su di me – di poterci fare vite indipendenti qualora dovesse capitare l’occasione. Ma nel frattempo l’affetto reciproco è tantissimo, mi vuole un mondo di bene e si sente comunque legata a me; la convivenza – per quanto forzata dalla situazione economica – è più che piacevole, per non parlare delle facilitazioni nelle questioni burocratiche.
Lei è preoccupata che io possa soffrire per non poterla più avere come amante, ma età, ormoni e stanchezza sopiranno il desiderio.
Io sono preoccupata, oltre che per lo stigma “trans”, per l’equazione “unione civile” = “coppia omosessuale”: io lo sono – e non mi disturba –, lei no, ma mi rassicura che etichette e quello che pensa la gente non le interessano.
Capite perché la amo così tanto?!