Tagliando di controllo TOS… e do i numeri!

Oggi ho fatto la mia visita di controllo a Niguarda per la TOS – Non serve, vero, che vi spieghi ancora cos’è la TOS? No: non è quella cos’ che ti vie’ dop’il raffreddo’. Nel caso cercate negli articoli precedenti!

Tutto a posto, analisi nella norma e si procede, con una massiccia fornitura ospedaliera e gratuita di Estradiolo: terapia a pieno regime. Il dottore è molto soddisfatto dell’abbattimento del testosterone. E io con lui!!!

No, non do i numeri in quel senso. È solo che riguardo il testosterone si risveglia il mio antico amore per la matematica: il primo titolo che avevo pensato era progressioni matematiche!
Numeri!

Prima di iniziare la tos avevo 8 µg/l di testosterone nel sangue, dopo due mesi era già sceso a 3. Dopo sei mesi a 0,8 e ora, dopo un anno, sono a 0,3 µg/l.
Il che si traduce in 800, 300, 80, 30 ng/dl. Decisamente nel mezzo dei valori di riferimento per una donna della mia età (11-56 ng/l).

Continuando con le conversioni sono, circa, 27,8, 10, 2,8 e 1,04 nanomoli per litro: dopo solo un anno sono a poco più di una nanomole per litro. Ma quanto è piccola una nanomole?

Cinque nanomoli è il livello di testosterone per l’ammissione delle atlete transgender dalla federazione paralimpica, come per Valentina Petrillo, per cui tifo intensamente perché riesca a qualificarsi per Tokyo.
E io sono arrivata a una sola nanomole!

(Valentina, tranquilla: non ho più fiato per la camminata veloce, figuriamoci per i 200 metri – e quel poco che rimane lo risparmio volentieri per incitarti 😘).

Purtroppo, salvo gli esami iniziali, non ho riferimenti per l’evoluzione dei livelli di estrogeni e altri ormoni femminili, non mi dispiacerebbe fare altri due conti 😉.
Che poi è bellissimo vedere una progressione così modulare: 8-3-8-3, scalando di decimale ad ogni coppia… Che volete, sono fatta così! 😜

Ora ho ancora circa un anno per lo sviluppo del mio corpo e la maturazione del mio seno. Sono a metà strada di quello che potrà essere il risultato atteso e finale.

Non posso che essere soddisfatta, per il momento, e spero di mantenere il ritmo e che gli estrogeni evolvano in modo inversamente proporzionale al testosterone e facciano il loro dovere.

Non voglio mettere protesi al seno e quindi spero si sviluppi in modo soddisfacente e finora mi piace il risultato. Poi, fra un anno, potrò considerarmi come donna in menopausa e passare a una terapia di mantenimento.

Tirando le fila

Da vicino nessunə è normale
Franco Basaglia
Caetano Veloso*

Venerdì scorso, l’11, iniziato da poco il turno di lavoro, mi richiama il CPS di Laveno. La visita psichiatrica è fissata per il 20 luglio.
Quello che ne seguirà non lo so, non me lo dicono, l’infermiera parla solo di visita. Il tono di voce non mi infonde molte speranze, ma il mio telefono è vecchio, fa caldo, sono sotto al sole. Chi mi chiama ha, probabilmente, anche più diritto di me di essere stanca.

Ieri, martedì 15, mi richiama, come promesso, il CPS di Azzate. Sentito lo psichiatra, mi confermano che per competenza “territoriale” devo forzatamente rivolgermi al cps di Laveno, che ha dichiarato di non avere “competenza” per fornire la documentazione richiesta dal Tribunale. Ma che, nel frattempo, mi ha comunque fissato una visita-colloquio psichiatrico.
L’infermiera di Azzate mi dà il nome del Primario di Psichiatria, da contattare in caso Laveno non riesca a risolvere la richiesta del Tribunale. Però non mi sa dare contatti né sa dirmi in quale struttura svolga la funzione di primario.

Oggi ricevo una risposta dal servizio psicologico del Centro di Niguarda. Mi fanno notare, come più volte ho evidenziato, sin dalla prima telefonata, che il tribunale richiede documentazione psichiatrica. Mi invitano quindi a rivolgermi allo psichiatra del centro. Eh, già: come ho fatto a non pensarci? Rimedierò domani!

Ma ringrazio, davvero: non sono sarcastica! Ho bisogno di tutto l’aiuto che volete o potete darmi.

Vi confesso però che sono vicina alla disperazione. Vicina a credere di essere matta. Davvero. State iniziando a convincermi di essere un caso psichiatrico!

Perché, se quando sono così vicina a sentirmi, finalmente, me stessa, riconosciuta non solo da parenti, amiche, amici, colleghə, lo Stato decide che qualcunə debba nuovamente strizzarmi il cervello per descrivere quello che pensa di me, allora, forse, sono davvero matta!

Ma attenzione: non è che poi, se io sono matta e mi avete creduta, lo siete un po’ anche voi che mi avete accettata, accolta, amata per quel che sono?
Chiedo per un’amica! 🤭

***

Riflettendo: è una formalità, o una questione di qualità?
E io sto bene? Io sto male?

Importa?

 


* “Da vicino nessuno è normale”, in portoghese “De perto, ninguem é normal”, deriva da un verso di Vaca profana, di Caetano Veloso. Cfr. http://www.news-forumsalutementale.it/cosa-non-ha-detto-franco-basaglia/

Niguarda, mi potete aiutare?

Oggi doppio turno. Ma oggi è anche il giorno in cui so che da Niguarda potrebbero rispondere al telefono.

Per regolamento mi sarebbe vietato fare e ricevere telefonate, durante il servizio. Spero, se mi leggono, che capiscano perché non potevo fare altrimenti: sono disperata!

Dopo vari tentativi a vuoto – non lo fanno apposta, non sono indolenti: dovreste vedere quante persone cerca di soddisfare l’unico centro lombardo dedicato all’adeguamento dell’identità di genere. E vengono anche da tutto il nord-Italia – finalmente rispondono. Nonostante la lunghezza e – mi rendo conto – la confusione della mia richiesta, l’infermiera è gentilissima. Purtroppo non sa come aiutarmi: ora a Niguarda non hanno più un servizio psichiatrico ma solo è attiva solo la consulenza psicologica.

Mi consiglia di scrivere al dr. Bini. Lo farò domattina, sperando che abbia il tempo di leggermi e rispondermi, perché anche lui è oberato di richieste. Lo so.

La visita di controllo è fra circa un mese. Spero di risolvere prima ma rimane la mia carta di riserva.

Non ditemi che non ci sto provando!