Fra le tante cose che seguono l’anelata riassegnazione anagrafica c’è la voltura di tutti i documenti e di tutte le intestazioni.
Fra queste c’è la casa e il relativo mutuo – anche se in realtà manca così tanto a estinguerlo che sono ancora dell’idea che stia semplicemente pagando l’affitto alla banca).
Due-tre settimane fa chiamai un notaro – lo so, si dice “notaio”, ma adoro la dicitura toscana – vicino a casa che seguì alcune mie pratiche societarie e mi ero trovata bene. Chiesi di avere informazioni, consigli, possibilmente un preventivo per il cambio di intestazione catastale e relativo mutuo valutando, in alternativa, un’eventuale donazione ai figli della mia quota.
Non mi hanno mai richiamata e oggi riprovo: chissà magari non hanno segnato bene il numero…
Mi risponde – credo – un’altra impiegata che, capita la situazione, mi consiglia vivamente di rivolgermi al notaio che seguì il rogito – di Milano – e la banca che ha stipulato il mutuo – a Rho – …Comodo no?
Sarò malfidente ma sospetto vivamente che la motivazione del mio cambio anagrafico sia problematica per lo studio… o almeno per l’impiegata.
Quando fui loro cliente il notaro – mio coetaneo – era giovane e probabilmente affamato di clienti, ora forse ne ha troppi?
Cerco altri notai e chiamo il primo in elenco: ottengo subito appuntamento fra qualche giorno. Sembra un giovane notaio, spero con una mente più accogliente!