Le infermiere di Pneumologia ❤

Ecco, ogni tanto si incontrano delle persone che ti fanno proprio riconciliare con il mondo e in particolare con il Servizio sanitario nazionale, anche nella mia Regione: la Lombardia, che in questi tempi pandemici non è certo brillata, nelle cronache, per efficienza ed organizzazione.

Ma il servizio, per fortuna, è fatto da persone e molte di queste ci mettono l’anima – qualcuna anche di più, purtroppo – nel mestiere.

Non faccio nomi, in genere, ma in questo caso almeno la struttura la cito, perché mi sono sentita veramente oggetto – o meglio: soggetto – di “cura”. Oggi sono a Varese, all’Ospedale di Circolo, per test e visita di controllo in Pneumologia.

Già il mese scorso mi sono sentita più che accolta, quasi direi coccolata. Ho percepito tutta la loro empatia.

Non solo le infermiere: anche la dottoressa è stata gentilissima. Oggi sono state tutte molto attente per il mio genere e i miei pronomi. Se alla prima visita mi sono dovuta spogliare, scoprendo il reggiseno, per essere riconosciuta come donna, oggi lo sono stata da subito.

Eh, non vorrei metterle in imbarazzo, ma mi sono proprio sentita beata fra le donne! 🤭

Il reparto è diviso in due sezioni e la dottoressa mi affida alle infermiere dell’altro settore, che già conosco da anni, per anticipare, alla prossima settimana, un esame già programmato per luglio. Mi riconoscono, nonostante mi vedano una volta all’anno dal 2018, e anche loro, come sempre, sono gentilissime.

Insomma: dovrei essere felice, molto… eppure sono triste!
😞

Per iniziare, ho vinto un nuovo farmaco. E ne prendo già troppi!

Poi oltre a cuore, pressione, fegato, diabete, artrosi, dolori, OSAS e varie, ora ci si mettono anche i polmoni. Con me la dottoressa non si è ancora sbilanciata ma, con le infermiere, per giustificare l’anticipo dell’esame annuale – una saturimetria notturna – mi ha definita borderline per l’ossigenoterapia.

Sì, qui sono sicura di essere curata al meglio… ma riuscirò a operarmi?

Credo a questo punto sia impossibile pensare di avere una vagina, ma almeno alla vulva ci tengo, la voglio!!! 🙏🙏🙏

Parliamo di sesso! (Nel senso dei genitali)

Vietato ai minori e alle persone troppo sensibili

Ho cinquantasei anni e varie patologie importanti che remano contro. L’età purtroppo va considerata: più cresce e più l’anestesia totale può essere pericolosa, per non parlare di tutti gli altri rischi di effetti collaterali.

Nonostante tutto io la voglio!

La voglio ma non potrò che accettare il responso del team chirurgico che dovrà decidere se poter procedere o meno.

Nel frattempo sto considerando vari piani di RCS:1

  1. vaginoplastica, anche se sono lesbica e non interessata alla penetrazione, la vagina non è fatta solo per i membri maschili 🤭
  2. vulvoplastica, che è per lo più estetica ma anche funzionale, nei rapporti saffici 😇
  3. penectomia, ma ne so solo il significato, avendo scoperto il termine da poco, nell’ottica RCS 🤔
  4. orchiectomia, che è il minimo sindacale per evitare di intossicarsi a vita con gli antiandrogeni.

Non credo sia il caso di entrare nei dettagli: wikipedia e tutto lo scibile di internet (senza farsi influenzare troppo da Dr. Google) sono disponibili per approfondimenti.

Posso eventualmente consigliare, a chi soffre di priapismo, di cercare una sequenza fotografica delle fasi dell’intervento di vaginoplastica: sono convinta possa essere di rapido sollievo, ma non adatto a stomaci delicati.

Però la voglio! (L’ho già detto?!).

Voglio Ho bisogno di essere donna, fino in fondo.

Per chi? Per me!!!

Citando Moana,2 la risposta è sempre “C) ti tocchi!”.

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1. Riattribuzione Chirurgica del Sesso, procedure chirurgiche di adeguamento dei caratteri sessuali.
2. Moana Pozzi, interpretata da Sabina Guzzanti in Avanzi.