Per l’apparenza ci vuol sofferenza

Oggi primo ciclo di depilazione laser al volto.

Barba di un giorno, baffi di due – ché ultimamente crescono più lentamente – con tanta fatica per guardarmi allo specchio ed effetto grattugia sulla mascherina.

Piacevole? No, per niente!
Insopportabile? No, neanche.

Per lo più sembrano una serie di punture ravvicinate: non ho mai fatto un tatuaggio ma all’inizio ho pensato a un effetto simile.

Il dolore diventa molto più intenso avvicinandosi al bordo della mandibola e al mento. Comunque sempre sopportabile.

Il vero “divertimento” arriva con la zona baffi dove ogni spot è una staffilata penetrante: io poi sono molto sensibile nella zona del naso e mi ha provocato starnuti e lacrime.

Però sono sopravvissuta, gli spot sui baffi sono pochi e la dottoressa mi ha concesso adeguate pause ogni tre o quattro impulsi.

A proposito di naso, la puzza di pollo bruciato si sente, molto, fastidiosa ma anche questa sopportabile: fortunatamente il getto di aria freddissima usata per rinfrescare la pelle la allontana velocemente. Più fastidiosa forse dopo, con la mascherina indossata, che intrappola e vizia l’aria.

Ah, la dottoressa si è sempre rivolta a me al femminile, chiamandomi Chiara, nome che ho solo indicato fra parentesi nella scheda anagrafica, senza neanche chiedere di usarlo. Ma credo che il mio linguaggio, sia verbale che del corpo, indichi chi sono in modo inequivocabile.

Oui, c’est moi!

C’mon baby, light my fire!

Se mai ci sarà!

Stasera siamo sole. Nostro figlio dorme fuori. Ci concediamo un aperitivo con Spritz, patatine e cracker con pesto di cipolla di Tropea.

“Visto che siamo sole vorrei affrontare un altro argomento, un po’ spinoso, se te la senti…”.
“No, abbiamo bevuto troppo, adesso non ho voglia”.
“Ok, un’altra volta. Più che altro volevo scusarmi e chiarire”.
“Ah! Ma qual è l’argomento?”.
“Eh, no, se ora non hai voglia, ne parleremo alla prossima occasione”.

Se mai ci sarà.

“Ma così mi fai sentire in colpa!”

Glielo avevo già detto da qualche giorno che avevo delle cose da chiarire con lei.

Ne ho parlato con lo psicologo nell’ultimo incontro – mi rendo conto ora che non ne parlo più ma continuo la psicoterapia con incontri mensili – e non posso più tenermi tutto dentro.

Oggi io e M. abbiamo organizzato di passare un po’ di tempo insieme, con un po’ di shopping – per lei, su mio consiglio – e pranzo insieme, nella cittadina dove lavoro.

Avevamo previsto di fare anche una passeggiata, ma fra bus cancellati e accompagnamento forzato a scuola del figliolo, la spesa settimanale da fare e varie, i tempi per la vita di coppia si sono contratti.

In ogni caso, seppur un po’ di fretta, dopo pranzo – servite e riverite al ristorante, per farci coccolare un po’ prima che chiudano tutto di nuovo – siamo riuscite a fare due passi e a parlare un po’.

Primo punto: le ho chiesto la promessa o, meglio, un accordo reciproco, che se dovessimo trovarci coinvolte in una storia sentimentale saremo libere di farlo.

Penso soprattutto a lei ma non escludo me. Per quanto mi riguarda – le ho detto – finché non è una cosa seria non mi interessa neanche saperlo – e forse preferirei non saperlo – ma se dovesse diventarlo, allora ci separeremo definitivamente.

Fino a qui tutto bene: non così esplicitamente ma ne avevamo già parlato. E mi è sembrata più che d’accordo.

Poi c’era un’altra cosa che ronzava nella mia testa: giorni fa le chiesi l’opinione sulla mia idea di pensare a spostarci verso una zona urbana.

Lei – al contrario di me, che sono orsa montanara – è una cittadina nata. Ha anche un po’ sofferto il trasferimento nel paesino rurale in cui viviamo. Le è sempre mancata la vicinanza a servizi, cinema, teatri…

Be’, mi rispose che no, non vorrebbe allontanarsi dalla sua amica, la nostra vicina della casa accanto.

Se rispetto all’evoluzione future del nostro rapporto con altre persone l’accordo è stato fin troppo concorde, quando le ho confessato che la sua risposta mi ha fatta sentire molto in fondo alla sua scala degli affetti – e fortunatamente non abbiamo né cani né gatti – mi ha risposto: “ma così mi fai sentire in colpa”.

“In colpa – ho replicato – mi sento io da anni, il problema sono io, non tu!”.

Quando viene a prendermi in stazione, ribadisce che si è sentita in colpa tutto il pomeriggio, dopo tutto quello che ha fatto per me in questi anni.

Confermo che non è lei a doversi sentirsi in colpa ma – eventualmente – io. Che lei è stata di grande supporto e mi ha sopportata, supportata e sostenuta in questo lungo periodo e che è solo per merito suo – ma anche per “colpa” sua – se sono arrivata a questo punto.

Lei non solo mi ha accetta e accompagnata nel percorso ma è stata anche proprio complice, come quando mi regalò biancheria intima femminile sexy.
Poi…
Boh?

Sicuramente mi sono illusa che, ben conscia che le piacessero gli uomini, preferibilmente muscolosi, molto muscolosi – cosa che io non sono mai stata (o ‘stato’, in questo caso) – potesse essere attratta anche da donne o, almeno, da me in versione femminile.

Evidentemente mi sono sbagliata: l’amore offusca la mente e fa brutti scherzi!
Vi – ma soprattutto le – chiedo scusa!

Un altro, nuovo inizio

Vero, con la mascherina, buona parte del viso è coperta e il passing migliora.

Ma allo specchio mi vedo. E anche se non mi vedo so che c’è, quell’orrendo alone scuro, che non sempre e non a lungo si può coprire con il fondo tinta.

Si spera anche che, prima o poi, potremo togliercele le mascherine!

E quindi?
E quindi, finalmente, oggi ho fatto la prima visita di valutazione per la depilazione definitiva del viso, con laser ad alessandrite, in un centro altamente specializzato che mi ha consigliato vivamente una carissima amica che ne è stata entusiasta.

Accoglienza gentilissima, e altrettanto la dottoressa che – non credo solo perché non sono la prima paziente trans – ha compreso perfettamente la situazione, mi ha ascoltata con attenzione, valutato la mia situazione clinica, informata sulla procedura, sui tempi e, ahimè, sugli importi.

Sarà un po’ doloroso, sarà costoso – neanche poi così tanto, in particolare considerando quante volte mi sono tagliata e quanto ho speso in tutti questi anni in rasoi e accessori – ma sarò finalmente libera da questo incubo!

Inoltre la dottoressa, oltre che molto gentile, è anche molto bella 🤭… e sono sicura che ciò avrà effetto analgesico quando la mia pelle emetterà quel tipico odore di gallina sbruciacchiata.

Lunedì prossimo la prima seduta: se sopravvivo vi racconterò! 😉

Inizia l’era legale!

No, non è un refuso… anche perché per l’ora legale manca ancora più di un mese.

Con oggi, finita la parte “burocratica” – o meglio la prima parte burocratica – inizia inizia l’iter legale per ottenere il mio diritto alla riassegnazione anagrafica e chirurgica. Diritto per il quale – come già detto – devo litigare con lo Stato perché venga riconosciuto.

Finita la raccolta dei documenti, domattina partiranno le notifiche alle parti interessate – moglie e figli – aprendo formalmente la procedura che mi porterà all’udienza in tribunale.

Speriamo non si tratti di un’era in senso letterale.

Parliamo di sesso! (Nel senso dei genitali)

Vietato ai minori e alle persone troppo sensibili

Ho cinquantasei anni e varie patologie importanti che remano contro. L’età purtroppo va considerata: più cresce e più l’anestesia totale può essere pericolosa, per non parlare di tutti gli altri rischi di effetti collaterali.

Nonostante tutto io la voglio!

La voglio ma non potrò che accettare il responso del team chirurgico che dovrà decidere se poter procedere o meno.

Nel frattempo sto considerando vari piani di RCS:1

  1. vaginoplastica, anche se sono lesbica e non interessata alla penetrazione, la vagina non è fatta solo per i membri maschili 🤭
  2. vulvoplastica, che è per lo più estetica ma anche funzionale, nei rapporti saffici 😇
  3. penectomia, ma ne so solo il significato, avendo scoperto il termine da poco, nell’ottica RCS 🤔
  4. orchiectomia, che è il minimo sindacale per evitare di intossicarsi a vita con gli antiandrogeni.

Non credo sia il caso di entrare nei dettagli: wikipedia e tutto lo scibile di internet (senza farsi influenzare troppo da Dr. Google) sono disponibili per approfondimenti.

Posso eventualmente consigliare, a chi soffre di priapismo, di cercare una sequenza fotografica delle fasi dell’intervento di vaginoplastica: sono convinta possa essere di rapido sollievo, ma non adatto a stomaci delicati.

Però la voglio! (L’ho già detto?!).

Voglio Ho bisogno di essere donna, fino in fondo.

Per chi? Per me!!!

Citando Moana,2 la risposta è sempre “C) ti tocchi!”.

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1. Riattribuzione Chirurgica del Sesso, procedure chirurgiche di adeguamento dei caratteri sessuali.
2. Moana Pozzi, interpretata da Sabina Guzzanti in Avanzi.