Un breve resoconto della – breve – visita psichiatrica, del nulla-osta per gli ormoni previsto al prossimo incontro e del poco che è successo nell’ultimo mese.
Della crisi di ottobre ne avevamo già parlato. Da allora il rapporto con M. è migliorato, con anche qualche effusione oltre al grande affetto che ci unisce.
Rimane sempre il problema della mia ambiguità di genere per quanto riguarda il lavoro, dove continuo a presentarmi come uomo. E anche a casa un po’ mantengo un velo mascolino, evitando generalmente di truccarmi, per cercare di avvicinare o – meglio – non allontanare M., e di quanto lei rimandi la valutazione per l’accesso a una terapia familiare o di coppia – cosa proposta dalla sua dottoressa e sulla quale non insisto oltre –, rifiutando per ora quella individuale. Ma ognuno ha i suoi tempi, mi dice la doc.
Rimane questa grande “sospensione” sul cosa ne sarà del lavoro. Di quanto mi accetterà o rifiuterà M. durante e dopo il percorso medico e chirurgico.
Di questi sospesi dovremo parlare al prossimo incontro.
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Mi fa bene parlare con la psicologa. Uscendo dal bagno del supermercato dove mi sono fermata per un po’ di spesa prima di tornare a casa mi sono guardata allo specchio e mi sono vista “bella”.
Sarà stata la luce forte e intensamente bianca, quel filo di trucco che oggi mi sono concessa per andare dalla psicologa, forse un attimo di felicità – M. mi aspettava là fuori e mi piace stare con lei – ma nonostante lo squallore dell’ambiente mi sono vista proprio bella… senza esagerare, d’accordo, ma in genere mi vedo decisamente bruttina, se non orrenda.