Mi sento sospesa. Di nuovo, ma questa volta non come “sospesa in aria” o “sullo stendibiancheria”, sospesa come… come “a scuola”.
Mi mancano le coccole, da quasi un mese. Mi manca il sesso, e chi fa da sé non fa per tre.
Mi manca un aiuto psicologico: per anni ho sempre pensato di farcela da sola, ma da quando l’ho perso – per una mia stupida mancanza, addormentandomi invece di andare all’appuntamento – mi manca, quasi come l’aria, ogni tanto.
Ci sono potenziali, ottime opportunità in arrivo… ma mi manca qualcosa.
Manca l’aria, manca un grido, manca un dio… (cit. Alberto Radius, Nel ghetto)
Mi manca la stabilità: ho un mondo che mi riconosce come donna, un mondo di mezzo che mi conosce come persona, e il lavoro che mi conosce come uomo. Oscillo come un quanto, e tanto più so dove sono tanto meno posso sapere dove sarò. Sono troppo vecchia per queste cose: quando studiavo Fisica la materia era statica, non un’oscillazione né un calcolo probabilistico!
Non mancano invece i dolori, ma forse servono a ricordarmi che sono viva e che devo lottare: ora e sempre Resistenza!
Certo che resistere fino a maggio per la visita in cui forse mi prescriveranno la TOS… sarà lunga!