No, non siamo a carnevale. E, no, non è uno scherzo.
Ma, cercando il lato positivo, o almeno un motivo per sorridere, oggi per la prima volta, al supermercato per la spesa settimanale, mi hanno sempre chiamata “signora”, parlandomi al femminile.
E hanno continuato a farlo anche quando rispondevo con timbro di voce non proprio da soprano.
No, non ho fatto nessuna plastica facciale miracolosa: ho solo indossato la mascherina d’ordinanza. Che poi è una di quelle che servono a poco – anche se da oggi pare siano state rivalutate anche quelle fai-da-te, purché limitino la diffusione dello spray in caso di tosse o starnuto – ma fa stare più tranquilli, anche se non è omologata.
La mascherina, distribuita a prezzo di costo tramite il mio Comune, è prodotta da una azienda di abbigliamento della zona che si è riconvertita all’uopo: infatti credo sia ricavata dai top dei costumi da bagno, riadattata in formato mascherina.
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Vi ricordate che è ancora in vigore il divieto di ingresso in strutture pubbliche, amministrative o sanitarie, con il volto coperto (intendendo, per lo più, il velo islamico)? Bene, perché ora è più facile che non vi facciano entrare a viso scoperto! Ci sarebbe quasi da ridere, se non fossimo in una situazione tragica. Cito a proposito l’unica frase araba che ho imparato, in Val Brembana: “’a q’la ’aca làh in d’la ca’ làh!”.
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Credo comunque che potrei adottare la mascherina come mio capo di abbigliamento usuale, citando anche M¥ss Keta… ma la prossima volta devo ricordarmi che non è il caso di mettere il fondotinta – non lo metto tanto per vanità, quanto per coprire quella terribile ombra nera che rimane anche dopo un’accurata rasatura 😭 – quando la indosso, ché poi mi tocca candeggiarla 😉.