Psicoterapia 2 – la rinascita

Rieccomi, questa volta nel nuovo studio. Devo dire molto più accogliente.

Continuo il mio racconto. Non ve lo ripeto: voi sapete già tutto, o almeno quello che dovete o, citando Ligabue, forse ne sapete una vostra “una vostra versione”.

Confermo il parere sullo psicologo.

Ora in ambiente più confortevole e pure con l’aria condizionata, così non mi sciolgo… anche se credo di aver tormentato oltremodo il bracciolo della poltroncina nuova.

Psicoterapia TOS, nuovo psicologo, prima puntata

Oggi primo incontro con il nuovo psicologo.

Quello che mi accompagnerà durante la terapia ormonale e che mi fornirà la relazione per il tribunale.

La prima impressione è stata ottima ma più persone me l’avevano consigliato e non posso che ringraziarle.

Costerà qualche euro in più di una più economica terapia on-line a distanza ma – forse ripetendomi – credo sia molto importante, in questa fase, avere un rapporto di fiducia.

Mi ha fatto un’ottima impressione, accogliente, gentile, comprensivo. Sì, lo so, è il suo mestiere. Ma non lo do per scontato.

Unica nota triste lo studio, un po’ squallido… ma il prossimo appuntamento sarà in quello nuovo, a pochi passi.

Dimessa dal CPS

Oggi ho avuto il mio ultimo incontro al CPS.

Ho informato la dottoressa che ho iniziato la terapia ormonale e preso appuntamento per iniziare il percorso ufficiale con uno psicologo specializzato.
Ho optato per lo specialista più vicino – e fisico – anche se un po’ meno economico ma che mi dà più fiducia. Credo sia importante la fiducia: anche se per il momento è solo una sensazione a pelle mi è comunque stato consigliato da più persone che hanno iniziato o seguito un percorso di transizione.

Anche la dottoressa concorda con me che, poi, gli incontri dal vivo siano preferibili alle consulenze video. E che non avrebbe senso essere seguita da due terapisti, per questo si chiude il mio percorso al CPS, con la dimissione.

Oggi ce l’ha fatta a chiamarmi per nome al femminile, solo che si è confusa con il nome di mia moglie… vabbe’ ci ha provato e poi, quando l’ho guardata strana e gliel’ho fatto notare, ha sorriso e si è corretta: “Bene Chiara, in bocca al lupo!”. “Grazie, dottoressa”.

Mercoledì prossimo inizierà il nuovo percorso psicologico. Stay tuned!

Femminilizzazione esterna

Mi è rimasta in testa la questione della femminilizzazione “esterna”.

Verso la fine dello scorso febbraio scrissi una lettera a M. in cui le chiedevo di poter discutere con lei il nostro futuro rapporto, fra donna e donna. In particolare le comunicavo la mia sensazione riguardo la possibilità che potesse temere di essere etichettata come lesbica dal mondo esterno, pur non essendola. Questo perché, oltre alla crisi del “disgusto”, in quei giorni mi sentii rispondere più volte “ma io non sono lesbica” a qualche richiesta di coccole.

La lettera, che era anche una lettera d’amore, le piacque molto e mi propose di uscire una sera a cena per parlarne con calma. Eravamo in attesa degli stipendi – squattrinate come al solito – ma quando arrivarono i soldi nel frattempo i ristoranti erano chiusi per l’emergenza covid-19. 😞

Domani sera ceneremo dai vicini, che ancora non sanno niente. Almeno non ufficialmente, ché vedermi mi vedono, poi boh…
M. mi ha fatto notare che non gli ha mai detto niente. Lo so, e le ho ricordato che ho lasciato a lei i tempi e i modi per dirglielo – visto che è sua l’amicizia più forte con loro – ma, agganciandomi alla “femminilizzazione” le ho rammentato anche che ora, oltre alla mia “volontà” di vivere da donna, ho anche un “obbligo”, previsto dal protocollo ONIG,* di adottare il ruolo di genere consono in termini di abbigliamento, comportamento, espressione ecc., noto come “test di vita reale”.

Ovviamente, anche adesso e, a seguito della cassa integrazione – non ancora completamente incassata – ancora più di allora, siamo squattrinate, quindi l’idea di una serata al ristorante è molto lontana.

La sua proposta è quella di ripiegare su un kebab e poi passeggiare sul lungo lago per parlarne… e nutrire le zanzare.
E ancora una volta abbiamo ha rimandato sine die. 😕

 

          
* L’ONIG, Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere, prevede un protocollo che stabilisce il percorso per l’adeguamento di genere delle persone transgender.
Il MIT, Movimento Identità Trans, che ne è stato socio fondatore nel 1998, ha recentemente deciso di abbandonare l’ONIG per “trovare nuovi percorsi per tutelare la salute e il benessere trans in dialogo con tutte e tutti”.
Un altro protocollo, poco diffuso sul territorio italiano, è quello del WPATH, World Professional Association for Transgender Health.

Devo scegliere un@ strizzacervelli

Devo scegliere un@ psicolog@ per l’accompagnamento alla TOS, che ho iniziato da diciassette giorni, e per arrivare alla relazione psicologica che servirà in tribunale per il cambio dei documenti e per l’operazione…

Ieri sera ho parlato con una dottoressa (specializzata in disforia di genere) che, attraverso un’associazione, sarebbe la soluzione più economica (on-line) ma non mi sono sentita a mio agio e mi è sembrata piuttosto scettica rispetto alla mia volontà, sottolineando più volte la necessità della femminilizzazione “esterna”, come se non la volessi!!!

Non sono una veterana della psicoterapia ma credo ci debba essere un rapporto di piena fiducia… poi sarà l’analista, nel caso, a capire se davvero mi sto sbagliando, o no?

Purtroppo e particolarmente in questo periodo farei già fatica a pagare l’onorario più economico ma credo la mia salute psico-fisica possa valere qualche euro in più. Il problema è dove trovarli, i soldi. La speranza è quella di tornare al lavoro al più presto – e che non venga ulteriormente prorogata la cassa integrazione! – o, magari, di trovarne un altro, magari a tempo pieno o comunque meglio retribuito. E, se posso sognare, dove mi accettino da subito come donna.

Perché io sono una donna!

Ciao cara!

Oggi, dopo tre mesi da quando avevo deciso di farlo, sono andata a farmi tagliare i capelli.

Nel frattempo il mio parrucchiere di fiducia ha cambiato gestione, o almeno non c’era il ragazzo che ha dato forma ai mie sottili peli sulla testa le due volte precedenti. Sono uscita non molto soddisfatta ma arrivata a casa, guardandomi bene, mi piace il taglio, mi piaccio io. E devo dire che non è per niente maschile, per quanto corto, proprio come lo volevo io.

La prima sensazione che fosse il taglio giusto l’ho avuta uscendo dalla mia macelleria-drogheria hallal preferita e di fiducia da tanti anni: il gestore – arabo, originario del Marocco, decisamente laico – mi ha salutata con “ciao, arrivederci cara!”.

Sono anni che mi vede trasformarmi sempre più al femminile, direi forse che ha praticamente seguito la mia transizione sin dall’inizio. Ma è la prima volta – complice forse anche la mascherina – che si rivolge al femminile.

Credo potrebbe essersi visto il lampo di gioia che è uscito dai miei occhi.
Non per farne una questione etnico-religiosa, ma neanche il suo ex-socio – arabo di origine africana e religioso osservante, che ora ha aperto una nuova bottega non molto distante – ha mai fatto una piega per quanto sia entrata vestita e truccata.

Secondo indizio sul taglio l’essere stata squadrata con sguardo disgustato della mia vicina di casa – bigotta, ortodossa – che è arrivata mentre scaricavo la spesa.

Giusto in questi giorni arriva poi la decisa opposizione alla legge contro l’omo-transfobia della CEI… Vabbe’ avevo appena finito di dire che non volevo farne una questione etnico-religiosa…

Chissà cosa ne penserà il mio amore: non mi ha ancora vista, le piacerò? Stanotte saremo anche sole! 😍

Crescono?

Lo so, è presto. Non posso sentire alcun effetto dopo una sola applicazione di gel.

Eppure sento già che qualcosa succede al mio piccolo seno.

No, è presto, lo so!

Però anche con i fitoestrogeni a volte ho sentito “tirare” il seno, con una leggera dolenza, credo – purtroppo, o per fortuna, non l’ho mai provato né mai lo proverò – simile a quella si può avere all’inizio del ciclo mestruale.

Benedetto cervello, che scherzi mi fai? 😃

Dài, io ci credo… ve l’avevo detto che sono in adolescenza!

Da domani riprendo a pesarmi 😕 e a misurare seno e fianchi.

Ormonautica

Finalmente il giorno è arrivato!

La visita a Niguarda non è stata annullata e dopo un viaggio lungo ma tranquillo – poche persone viaggiano ancora in treno e mezzi pubblici – sono arrivata al CUP per l’accettazione.

Coda lunghissima, e lunga attesa anche al triage per accedere alla visita: partita alle 7.45, arrivata poco dopo le 9, accettata alle 10, sono rimasta in piedi oltre due ore in attesa della visita. La schiena stava per cedere ma ne è valsa la pena: ne sono uscita con le mie prescrizioni per la TOS.

Prescrizione ormoni Prescrizione ormoni
Ormoni per la femminilizzazione

Da oggi sono un’ormonauta, da oggi inizio una nuova adolescenza: sapevatelo! (Ma ditemi che non mi verranno i brufoli che non ho avuto nella prima). 😉

M. mi chiede se ne sono felice: “Sììì!!!”. “E tu?”, le chiedo. “Devi essere felice tu”, e glissa quando le ricordo che c’è anche lei nella mia, nella nostra vita.

***

Una piccola nota a margine: il dottor Bini, responsabile del Centro Fertilità (PMA) di Niguarda, che mi segue dal 3 luglio e mi ha visitata anche oggi, mi ha appellata subito come “signora” e ha usato sempre e solo il femminile per rivolgersi a me. È un centro specializzato, vero, ma certamente c’è molta sensibilità.
Riuscirò ad avere lo stesso trattamento al CPS, in famiglia, … e nel mondo?

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Nota bis: un caro amico, che tanto mi ha aiutata anche con il gruppo AMA, mi ha fatto notare che oggi inizia anche il mese dei Pride. Che sia di buon auspicio anche se quest’anno i Pride saranno tutti virtuali: niente cambia nei nostri cuori.

bandiera pride