Unione civile

Oggi mi chiama il Comune di Varese per avvisarmi che, come ha ordinato il Tribunale, stanno trascrivendo il nostro matrimonio sul registro delle Unioni civili.

Sarebbe da notare, e portare avanti in Cassazione e Corte Costituzionale, che il Tribunale di Varese, al punto 3 della sentenza, nel P.Q.M.:
3) dà atto della volontà dei coniugi ***** F******* e M**** S******* di non sciogliere il matrimonio contratto in data 15.11.2*** (atto iscritto nei Registri dello Stato Civile del Comune di Varese dell’anno 2***, atto n. ***, parte I) a seguito della rettificazione anagrafica di sesso di ***** F******* e, per l’effetto, ordina all’ufficiale dello stato civile del Comune di Varese di iscrivere l’unione civile nel registro delle unioni civili e di provvedere alle annotazioni di competenza ai sensi dell’art. 31, comma 4-bis, d.lgs. n. 150/2011)

Non sono avvocata, né ho studiato giurisprudenza, ma il fatto che il Tribunale di Varese riconosca la volontà di NON sciogliere il matrimonio, potrebbe essere impugnata, da chi volesse, per proseguire in Cassazione o Corte Costituzionale: io non ho né tempo, né soldi per farlo. Ma sarebbe ora di provarci! Che ne dite?

Questione di “fede”

Dopo un breve periodo di tregua, questo mese la coperta – o, meglio, lo scontrino – è molto corta: bollette e altre scadenze riducono desideri ed evidenziano priorità che non sono esattamente quelle percepite.

Rimandato l’acquisto di farmaci prescritti, necessari ma non indispensabili e come tali non passati dal SSN, rimandate varie amenità, forse avrei potuto rinunciare anche alla terapia ormonale. Ma anche no!

Una cosa che però non mi sento più di poter rimandare, per quanto futile, riguarda la fede matrimoniale. Sia io che M. non riusciamo più a indossarla da anni: ci siamo allargate entrambe un po’ troppo.

Da tanto tempo vorrei poterla portare nuovamente. Da quando ho iniziato a perdere peso ogni tanto provo a rimetterla, per poi sfilarla poco dopo, appena prima che si gonfi troppo il dito e di non riuscire più a toglierla.
Oggi ne ho parlato a M.

“So che le spese sono sempre troppe ma – le spiego – mi piacerebbe riuscire a rimetterla, mi piacerebbe farle allargare”.
“Anche io vorrei poterla rimettere!”.

M. ti amo! Sarà solo un simbolo ma evidentemente anche a lei interessa: anche lei mi ama!

Ora devo solo risparmiare un po’ di più e trovare una bottega orafa onesta che ce le sistemi. Prese in Irlanda nel nostro primo viaggio di coppia, hanno più di vent’anni e le abbiamo già riciclate per il matrimonio, perché quelle erano le nostre promesse.

Claddagh ringCi terrei proprio a indossarla quando ci sarà il nuovo atto del nostro rapporto di coppia, anche se, ovviamente, preferirei mantenere il matrimonio invece di passare all’unione civile… ma questa è un’altra storia.

Gratuito patrocinio ✌️ – piccolo bilancio di fine anno

Anno pessimo… ma qualcosa di positivo c’è stato.

Innanzi tutto il nulla osta per la TOS e, per quanto in ritardo, l’inizio della terapia e dei suoi effetti.

I coming out lavorativi e con gli ultimi amici ed ex colleghi, tutti positivi.
La relazione psicologica e l’inizio dell’iter legale.

La decisione di M., dopo una prima ipotesi di scioglimento del matrimonio, di convertirlo in unione civile – anche se ultimamente sento un raffreddamento nel nostro rapporto e non sono così sicura della scelta finale che dovrà avvenire fra poco, dopo la relazione endocrinologica, alla presentazione dell’istanza.

Proprio stasera, ho avuto la notizia dal mio avvocato che è stata accettata la richiesta di gratuito patrocinio. Un ottimo modo per concludere un anno decisamente pessimo, sotto molti punti di vista.

Almeno non dovrò pagare – non potrei! – per litigare con lo Stato per ottenere quello che è un mio diritto, riconosciuto da una Sua legge, la n. 164 del 14 aprile 1982 (Norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso – G.U. Serie Generale n.106 del 19-04-1982).

Invece di usare il solito francesismo per salutare l’anno che sta finendo, visto che stanotte si conclude anche la Brexit, userò un anglicismo, anche per salutare gli ex-comunitari:

🖕FUCK 2020!🖕