Oggi controllo semestrale. La giornata parte male: il viaggio in treno dura due ore, per più di quaranta minuti di ritardo. Poi metrò, e tram che non arriva mai…
Ho previsto un po’ di ritardo ma quando arrivo al CUP mi cascano le braccia: altri tre quarti d’ora per l’accettazione. Alla fine sono in ritardo per l’appuntamento.
Attraverso di corsa l’ospedale – che poi è più grande del paese in cui vivo – anche se dovrei camminare solo lentamente. Arrivo al triage covid del reparto e scopro di non essere così in ritardo… o meglio, di essere meno in ritardo di loro.
Compilo il modulo e passo il termo-scan – ripetuto più volte perché come al solito segna 35° o poco più, seconda accettazione dalle infermiere e torno in attesa. Non così lunga ma per accumulo lo pare.
Finalmente mi chiamano per la visita. Controlla gli esami, tutto ok, mi fornisce le scatole di estradiolo, come previsto dalle determine AIFA, e mi congeda.
Mi soffermo e gli dico che la sentenza è definitiva e depositata, manca solo pochissimo perché passi in giudicato…
— Possiamo parlare di chirurgia?
— Lo faremo la prossima volta.
— E quando dovrei tornare?
— Fra sei mesi?
— Come sei mesi?! La sentenza sarà effettiva ben prima!
— Ne riparliamo fra sei mesi.
Ed esce dallo studio.
Ma, ma, ma – balbetto fra me e me – già ci saranno due anni e mezzo di lista d’attesa se non tre: non ho idea di quanto si siano nel frattempo allungate le liste in seguito alle varie ondate di covid… E devo aggiungere altri sei mesi? Perché?!
Credo sia tempo di organizzarmi autonomamente per la chirurgia – in ogni caso non verrebbe fatta qui a Niguarda – e, credo, anche di iniziare un nuovo percorso endocrinologico. Anche per questo avrò bisogno di emanciparmi e di un reddito adeguato.
Tutto sommato l’esperienza con il centro di Niguarda finora è stata positiva ma, se proprio vogliamo, a parte il day hospital, non sono mai stata veramente visitata, tanto meno dal punto di vista endocrinologico. Neanche per valutare come si sta sviluppando il seno che, per mia fortuna, si è sviluppato e ne sono abbastanza soddisfatta – sarà vanità, sarà edonismo, ma il mio seno mi piace molto!
Certo qui è quasi gratuito ma mi manca sentirmi un po’ più seguita. Sbaglio?
Ciliegina sulla torta: ho sbagliato i calcoli e ieri sono rimasta senza antidolorifici. Quando esco dall’ospedale sono stanca, sconsolata, distrutta, dolorante e in crisi d’astinenza. 🤕