Ottava seduta psicologica

Ho saltato qualche giorno ma non c’era molto da dire. Giorni tranquilli, abbastanza sereni. Mi bacia, posso accarezzarla. Di notte dormiamo vicine, con contatto di mano o gambe… e la sento, sento fluire energia, amore, sensazioni: finché siamo a contatto forse dormo poco, per godermi il momento, ma è così bello, rilassante, riposante!

Ieri notte mi ha cacciata, ma credo solo perché le mie mani, per quanto calde possono esserle sembrate fredde dopo un’ora sotto il piumino. E stamattina mi ha svegliata con un bacio. ❤❤❤

Alla psicologa ho chiesto prima di tutto informazioni sulla terapia famigliare consigliata dalla dottoressa di M. per lei, me e F., che dovrebbe essere fornita sempre dal CPS di Laveno. In realtà è fornita assistenza psicologica del Consultorio familiare che comunque consiglia per me e M., non per F., salvo non lo ritengano necessario al Consultorio. Per lui, come anche per M., ritiene più utile una terapia individuale.

Poi le ho raccontato il vortice di eventi di queste due settimane. Il profondo dolore, le gioie, le ansie e la serenità.

Parlando dei suoceri mi è scappato un maschile e mi ha fulminata con un lapsus. Crede sia il desiderio inconscio di nascondermi da loro ma, non creduta, ho cercato di spiegarle che mi sto sforzando a parlare al maschile per il lavoro – dove ogni tanto mi sbaglio, al femminile, e anche a lei ogni tanto scappa il maschile quando si rivolge a me –, di quante volte sia andata a pranzo da loro ostentando anche eccessivamente il mio abbigliamento femminile, per farmi capire – o scoprire? – e che avrei anche voluto dirlo quasi prima a loro che ai figli.
In realtà anche a casa cerco di parlare il più neutro possibile, non mi trucco da giorni, non metto gli orecchini. Direi che cerco di avere un profilo “femminile” molto basso. Perché se la mia femminilità ostentata è un problema posso farne a meno o limitarla. Questa sì può essere una mia scelta: non ho bisogno di “mostrare” al mondo chi sono. E se questo può, anche solo forse, anche solo un poco, riavvicinare M., allora è una scelta facile.

Prossima seduta al 26 novembre, dopo la psichiatra del Niguarda. Salvo urgenze. Spero di no, grazie per la disponibilità!

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Ho ragguagliato M. sul consultorio, forse pressandola un po’ troppo. Come al solito ci deve pensare, e prende tempo. Come al solito spingo troppo, con il risultato – contrario – di metterla sulla difensiva: non è il termine giusto, ma più io accelero e più lei frena. Devo imparare a frenare prima io, a rispettare i suoi tempi. Devo imparare, posso farcela. Devo farcela!