Cosa ti regalo?

Tornava una rondine al tetto l’uccisero cadde tra spini
ella aveva nel becco un insetto la cena dei suoi rondinini.
(…)
Anche un uomo tornava al suo nido l’uccisero disse perdono
e restò negli aperti occhi un grido portava due bambole in dono.
Skiantos, X Agosto – La poesia triste di Giovanni P.

“Cosa vuoi per regalo? – mi domanda – pensavo di prenderti la macchina per cucire, ma devi sceglierla tu”.

“Cosa vuoi per regalo” è una domanda che odio, proprio non la sopporto.

Se mi conosci sai cosa possa desiderare, se vuoi farmi un regalo e non mi conosci, prima prova a conoscermi, ma se lo fai con il cuore anche un regalo “stonato” può essere gradito. Ma se mi conosci, puoi sbagliare?

Certo c’è un precedente, non da poco, per il mio cinquantesimo. Sarà mero simbolismo ma, insomma, cinquanta fanno cifra molto tonda.

Allora come allora eravamo in crisi con i soldi, tanto per cambiare.

Se ora una nuova macchina per cucire mi sembra troppo costosa – visto anche che ne ho ancora una da portare a riparare – allora la maxi-scatola Lego per costruire il mitico camper van Volkswagen mi era sembrata fuori budget e ancor più fuori luogo. Adoro quel furgone e tutto ciò che rappresenta. Ma in quel periodo chi si dilettava a costruire Lego erano M. e nostro figlio, che me lo stavano regalando. A me? Per i cinquant’anni?

Un mucchio di soldi buttati via, per farmi felice ne sarebbero bastati molti meno, bastava conoscermi. Quindici anni forse non erano abbastanza. Certo reagii male e me ne vergogno. Però mi è stato rinfacciato ripetutamente.

Io non le ho mai chiesto cosa desiderasse. Al massimo mi sono scusata per non poterle regalare niente di ché.

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È dalla pre-adolescenza che mia madre smise di chiedermi cosa desiderassi come regalo. Forse c’entra il mio dodicesimo compleanno ma da allora la classica maglietta polo – con busta allegata – è sempre stata gradita: era il suo modo per dirmi che mi voleva bene.

Sono convinta che un regalo debba essere donato, non “comprato”, su ordinazione: più che accettabile per figlie e nipoti, certo, ma per persone che si conoscono intimamente non dovrebbe essere istintivo?

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Lo so, non ha niente a che vedere con la transizione. Ma ci nutriamo anche di sentimenti, o no?