Signora… ah, scusi!

Oggi, in ospedale per una visita di controllo mi hanno chiamata “Signora…” !

Poi, controllando il FAP, l’infermiera si è scusata e corretta… perché? 😞

Non mi piace il sig* ma ero così contenta per il .ra!

Ripensandoci, nello stesso ambulatorio, per un test da sforzo, pochi giorni fa, le due infermiere commentavano sarcasticamente, nel modulo inserimento dati paziente, la scelta fra “maschio”, “femmina” e “indeterminato”.

Che brutto, però, che è il termine “indeterminato”: io lo so chi sono!

Antologia transfemminista

Credo di essere femminista da sempre, sicuramente da molto prima di riconoscermi come donna.

Qui ho trovato una raccolta di testi molto interessanti!

Devo dire che mi sono bloccata quando ho letto la frase “sono particolarmente vulnerabili alla violenza, rispetto alle donne che hanno il privilegio di non essere trans” (Violenza contro le donne, fine del primo paragrafo, in Manifesto transfemminista).

PRIVILEGIO? Odio questa parola, in particolare quando si parla di diritti esercitati o negati. C’è tanta bellezza ‒ secondo me ‒ nell’essere donna, ma nessun privilegio, non in questa in questa società.

…Poi, fortunatamente, ho ripreso in mano il libretto, l’ho riaperto: la frase nel frattempo l’avevo metabolizzata (mi piacerebbe valutare il testo originale per capire se è un problema di traduzione) e ho continuato a leggere. Merita.

Lo consiglio a tutt*, alle donne ma non fa male neanche agli uomini. E anche alle TERF, magari, per aiutarle a capire che ‒ per quanto lo neghino ‒ anche noi trans siamo donne e possiamo essere femministe.

Buona giornata internazionale della donna.

Dottore, devo dirle una cosa… da tanto tempo!

Oggi ho fatto coming out con il mio dottore. Finalmente!

E con questo ha inizio, ufficialmente, la mia transizione MtF.
Da oggi sarà tutta salita ma poi, se non mi fermano, arriverà la discesa!
Ringrazio Antonia Monopoli, Marco Poli e Yvan Molinari per avermi accompagnata fino a qui.

SSN visita ginecologicaSono felice e mi sento un po’ tonta per aver aspettato tanto a parlarne con il mio medico. Lo stimo molto e ho molta fiducia in lui. Per questo, avevo – erroneamente – paura di perderlo, di una sua reazione negativa. Invece è stato molto positivo e interessato: non sapeva si potesse fare tramite SSN, sono la sua prima paziente in transizione e mi ha chiesto la disponibilità per aggiornarlo e informarlo sul percorso di transizione. OVVIO CHE SÌ!!!

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Pim, pum, pam!
Appuntamento a Niguarda il 3 luglio (io amo i dispari).

Sportello Trans, ALA Milano onlus

Oggi sono stata allo Sportello Trans di ALA Milano Onlus.

Sportello Trans

Complici le ferie estive ho dovuto aspettare qualche mese ma ne è valsa la pena. Ho avuto un colloquio con Antonia Monopoli, una delle persone di riferimento di cui ho letto in questi anni. La prima che incontro. Un primo, importantissimo aiuto. Ero molto emozionata, un po’ intimidita, ma mi sono sentita subito a mio agio con lei. Mi ha ascoltata e poi mi ha dato tanti consigli e indicazioni su come iniziare la transizione.

Riporto una sua frase che mi è rimasta impressa: “Fare la transizione vuol dire volersi bene”.

Grazie Antonia!

Il gruppo AMA di Arcigay Varese

Il mio primo coming out fuori dal guscio protetto: finora lo sapevano solo mia moglie e il mio migliore amico.

Scopro il gruppo AMA per persone Trans* e gender non-conforming organizzato da Arcigay Varese.

gruppo ama

AMA è l’acronimo di Abbiamo Molte Anime o, più tecnicamente: Auto Mutuo Aiuto. È stato un altro momento fondamentale per me. Ho sempre pensato di poter affrontare tutto da sola. Non è vero!

Incontrare altre persone con il tuo problema, simile e diverso per mille fattori, raccontarsi, ascoltare, scaricare le proprie paure nel gruppo e sostenere quelle altrui… perché ho aspettato così tanto?!

Grazie gruppo! Grazie Marco e grazie Ivan, grazie a tutt*!

 

ICD-11

Finalmente la depatologizzazione: il 18 giugno 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO, in inglese) pubblica la nuova versione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD) in cui l’incongruenza di genere viene tolta dal capitolo dei disturbi mentali.

Gender incongruence, meanwhile, has also been moved out of mental disorders in the ICD, into sexual health conditions. The rationale being that while evidence is now clear that it is not a mental disorder, and indeed classifying it in this can cause enormous stigma for people who are transgender, there remain significant health care needs that can best be met if the condition is coded under the ICD.

Non sono matta, non sono malata!

 

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cfr. HA60 Gender incongruence of adolescence or adulthood
cfr. About ICD‑11, il link originale non è più disponibile ma può essere consultata la copia della Wayback Machine di Internet Archive o la sua copia PDF. Oppure un breve riepilogo nell’archivio news dell’OMS.

Il mio nome

“Chiara” è il nome che aveva scelto mia madre perché lei sapeva di aspettare una bambina, se lo sentiva… e aveva ragione! 😉

Non ho fatto in tempo a dirglielo perché è morta troppo presto – e io mi sono scoperta molto tardi – ma mi piace pensare che avesse capito: avevamo un rapporto speciale e ci capivamo sempre con uno sguardo, per lei ero più trasparente di una radiografia.

“Chiara” è, per significato, anche il contrario del nome con cui sono stata registrata all’anagrafe. Non ho mai saputo, o non mi ricordo, se sia stato deciso per questo ma sicuramente è un motivo in più per tornare alla scelta originaria.

Chi sono io?

Non mi ricordo il momento esatto, neanche l’anno, più o meno il 2004… più o meno avevo quarant’anni.

Fino allora ho vissuto come uomo, eterosessuale. Mi sono sempre piaciute le donne, mi sono sempre innamorata di donne. Quindi quella sensazione di esser donna aveva senso? Era solo una fantasia? Non l’ho mai vissuta come una “perversione” ma era strano, mi sentivo strana.

Una sera, guardando L Word, una serie TV dei primi anni 2000, in una puntata scopro “l’uomo lesbico”… No, non sono io, però scopro contestualmente che si può non essere solo “o uomo o donna” e “o etero o omo” ma anche un’infinita sfumatura di miscele di generi e orientamenti.

Inizio a cercare sul web. Inizio a leggere e trovo un libro fondamentale per me, per la mia consapevolezza: Translesbismo, istruzioni per l’uso, di Mirella Izzo. Ecco sì, lei è come me! Non sono un uomo lesbico, sono una donna lesbica!

Di libri e articoli ne ho trovati e letti tanti, per citarli… e dopo circa 15 anni la bibliografia sarà più che duplicata. Così come, fortunatamente, la consapevolezza e la conoscenza delle identità sessuali sono notevolmente aumentate (e, ahinoi, anche brutalmente osteggiate in alcuni ambienti negli anni recenti — anche se ho datato questo articolo nel 2004, sto scrivendo nel 2019!)

Nello stesso periodo inizio anche a sentire forte anche il desiderio, la necessità di sviluppare il seno. Anche qui non sono sicura se sia iniziato prima o dopo di quella puntata di L Word ma poco importa. Ho iniziato a spendere una fortuna per comprare in erboristeria pastiglie che promettevano miracoli: qualcosa hanno fatto, in qualche mese… ma poco.
In seguito, leggendo gli ingredienti ho scoperto che si potevano comprare gli ingredienti separatamente (principalmente* luppolo, fieno greco, cardo mariano) con prezzi molto più economici, alcuni anche in drogheria, e con migliori risultati.

Mia moglie lo sa da quasi subito. La prima volta che mi ha vista con il reggiseno ha riso: pensava fosse uno scherzo. Poi ha capito, e mi ha sostenuta, supportata (e sopportata) anche nei momenti di crisi. La amo, molto!

Dal 2004 (circa) al 2018 le cose si evolvono inizialmente lentamente poi a velocità sempre crescente…

[*attenzione: per quanto siano integratori naturali il loro uso e in particolare l’abuso può provocare danni seri alla salute, quello che ha funzionato per me può avere effetti collaterali anche gravi per la salute di altre persone. Consigliatevi con il vostro medico prima di assumere alcunché e verificate eventuali controindicazioni, allergie, intolleranze.]

Se fossi una ragazza…

Domani è il mio dodicesimo compleanno e sono in giro con mia madre alla ricerca di un regalo per me.

Abbiamo già girato vari negozi ma finora non mi ha convinta niente. Passando davanti alle vetrine di un grande magazzino esco con: “Se fossi una ragazza sarebbe più facile: basterebbe una gonna, un profumo…”.

Silenzio assordante, entriamo nel grande magazzino, reparto abbigliamento ragazzi. Non mi ricordo cosa scelse, credo una polo, come al solito.

 

Passeranno circa trent’anni prima di comprendere che ero una ragazza – già allora – e di indossare una gonna. Per il profumo invece, sono diventata allergica poco dopo, meglio la polo, allora. 😜