Stasera usciamo a cena da amici. Ci conosciamo da una vita. Io da quasi quarant’anni, M. da quando vive con me.
Ci vedevamo spesso, almeno finché i figli sono stati piccoli. Età compatibili.
Ridicolmente abbiamo iniziato a frequentarci di meno da quando siamo tornate a vivere più vicine a loro. Casi della vita, abitudini… ma in effetti da quando abitiamo qui la nostra vita sociale è decisamente crollata: mutuo, crisi economica, disoccupazione, transizione… per non parlare del covid.
Sono molta affezionata a loro e ci tenevo a dirgli di me di persona: ci sono persone per cui nessun messaggio può essere meglio di una lunga attesa. Unica paura era l’outing… li avevo anche incontrati qualche mese fa in un supermercato: io ero piuttosto en femme, ma come fai a fare un coming out nel reparto verdure, il settore più affollato tranne la rosticceria sotto le feste?
Serata piacevolissima. M. è stata decisamente più in chiacchiera di me… finché non ho iniziato a raccontare del mio percorso.
Se da una parte mi sono sentita pienamente accolta e mi hanno chiesto se avevo già scelto un nome e da subito sono stata “Chiara”, dall’altra M. si è spenta, non ha più parlato.
Certo i riflettori si sono posati fissi su di me, ma anche quando ho raccontato che abbiamo – ha – scelto di convertire il matrimonio in unione civile, cercando di coinvolgerla con uno sguardo per conferma, la risposta è stata lapidaria: “Poi si vedrà”.
Fredda, distaccata.
“Poi si vedrà”. Il leitmotiv del nostro rapporto, negli ultimi anni.
Più mi mostro al mondo come donna, più vengo riconosciuta come tale, più mi avvicino alla sentenza, alla mia affermazione e più mi sembra si stia allontanando.
Non mi sto lamentando: dovrei spargere petali sul suo cammino solo per essermi restata accanto finora, nonostante tutto.
Ho solo una gran paura di perderla e di perderla male, definitivamente. Ho sempre paura di sbagliare, cercando di averla vicina.
L’ho persa come amante, non voglio perdere il suo affetto, la sua complicità.
La porta è sempre stata aperta come il mio cuore. E sempre lo sarà, purché non finisca con il classico “però possiamo restare amiche”.
Lo so, ho fatto tanti errori: could we start again, please?